“Fare Memoria ha bisogno di concretezza, di acqua dei fiori da cambiare, di iscrizioni da spolverare. Se porti un dono in luogo, significa che quel luogo esiste, e la persona che riceve quel dono c’è ancora, in qualche modo”.

Questa citazione dal capitolo Appunti di Viaggio del bel libro-manuale di Corradini ci parla della concretezza, dei gesti che potremmo compiere in memoria di…
Questi appunti appaiono nella sezione centrale del libro e sono allo stesso tempo concreti e poetici, pieni di spunti tratti dall’esperienza dell’autore, studioso di ebraismo con al suo attivo molti libri sul tema della Shoah e operatore di didattica della Memoria nelle scuole italiane.

Ma c’è di più, molto di più in questo libro. Corradini ci porta con sé sul percorso della didattica iniziando con la descrizione del metodo e degli obiettivi. Affronta la domanda perché iniziare a realizzare percorsi di Memoria per bambine e bambini alla tenera età della scuola primaria. Perché e come. E questo è, a nostro avviso, la peculiarità di questo manuale, che dopo ogni paragrafo rimanda all’ultima sezione della pubblicazione, individuando una o più delle venti attività proposte, descritte con concretezza (!) secondo i canoni di un progetto educativo (appunto educativo e non di apprendimento): con un evocativo titolo dell’attività, indicando cosa facciamo, il senso, gli obiettivi, i materiali necessari e lo svolgimento dell’attività.

Nella parte centrale le riflessioni: su che cosa e com’è la memoria, su che cosa ricordiamo, sul legame della memoria con le comunità in cui viviamo, sull’importanza di scegliere da che parte stare e su come connettere la vita del passato al presente e “aiutarci a diventare noi stessi memoria del passato”.

Questo libro dovrebbe trovare spazio nelle biblioteche personali di tutte le persone che si occupano di didattica della memoria, siano loro insegnanti o operatori e volontari di quelle associazioni che tra le loro finalità annoverano la formazione democratica delle nuove generazioni attraverso attività culturali dedicati alla Memoria. Offre riflessioni e spunti su molto questioni che gli “addetti al lavoro” si sono posti, integrata da una sintetica descrizione della cultura ebraica e dei fatti legati alla Shoah. Inoltre dà gli strumenti, in forma delle attività e di una ricca bibliografia ragionata, per “fare Memoria” o, come dice Corradini, per “essere” memoria. Oltre ad essere utile e di piacevole lettura che sprona continuamente a sapere di più e a ricercare il confronto con i colleghi e le colleghe, è anche bello con un insolito formato quasi quadrato e un immagine sulla copertina che mostra le pietruzze provenienti da sei diversi lager nazisti disposti a forma di stella di David.